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Stefano Zenni

Storia del Jazz - una prospettiva globale

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Quodlibet Edizioni, 2025
Stefano Zenni Storia del jazz - Una prospettiva globale 
Pagine 1000

In questa Storia del jazz Stefano Zenni si avvale di molteplici prospettive che tengono conto delle relazioni tra individui e movimenti geografici – dalle migrazioni intercontinentali alle dinamiche urbane locali –, degli intrecci tra generi, del legame tra improvvisazione e scrittura, chiarendo i rapporti con le altre musiche, dalla classica europea al rock.
Per comprendere l’evoluzione del jazz è essenziale esplorare le intricate interazioni culturali e artistiche che ne hanno accompagnato lo sviluppo, dalle radici africane del XVI secolo fino alla sua nascita sul continente americano e alla sua diffusione a partire dal XX secolo. Questo processo va analizzato considerando i diversi contesti in cui si è sviluppato (club, sale da ballo, teatri), le figure professionali coinvolte, le dinamiche dell'industria musicale, nonché i legami con i movimenti politici.
Centinaia di capolavori del jazz sono presentati al lettore su solide basi musicologiche, offrendo una guida selettiva agli ascolti imprescindibili.
Le mappe, elaborate appositamente per il libro, sottolineano la dimensione geografica del racconto e chiariscono le relazioni espressive tra stili e musicisti, esplorando le connessioni con Europa, Africa, America Latina, India, Giappone e Russia.

Stefano Zenni rielabora e sviluppa la ricerca svolta nella precedente Storia del jazz (2012), presentandone una versione aggiornata, corretta e ampliata. In particolare, una nuova sezione si concentra sulla scena attuale, esaminando l’influenza dell’elettronica, le connessioni con l’hip hop, le figure di spicco della scena contemporanea negli Stati Uniti, le tangenze con la world music e l’emergere di nuove aree geografiche e stilistiche, dall’Africa al Nord Europa. 

  • Indice:
  • I. Bamboula! Schiavi africani, musiche americane
    • 1. Storie di culture migranti
    • 2. Patting juba: la musica degli schiavi
    • 3. I Caraibi e New Orleans: prima del jazz
  • II. The Entertainer. Tradizioni orali e repertori scritti
    • 1. Composizione e spettacolo
    • 2. La chitarra e lo spartito: la diffusione del blues
  • III. Buddy Bolden’s Blues. I suoni di New Orleans
  • IV. Black and Tan Fantasy. Le migrazioni urbane del jazz
    • 1. Modernismo in bianco e nero
    • 2. Estetica ed economia della nuova musica
    • 3. Le notti di Chicago
    • 3.1. Professione jazzista; 3.2. Il regno della polifonia: King Oliver; 3.3. New Orleans Rhythm Kings; 3.4. Nostalgia di un mondo nuovo: Jelly Roll Morton; 3.5. Gli architetti del solismo: Louis Armstrong e Earl Hines; 3.6. Il ricco tessuto del jazz nero; 3.7. Giovani ribelli bianchi; 3.8. In a Mist: la parabola di Bix Beiderbecke
    • 4. New York e il cosmopolitismo nero
    • 4.1. Nasce la big band: Fletcher Henderson e Don Redman; 4.2. La giungla urbana di Duke Ellington; 4.3. Le contraddizioni dell’Harlem Renaissance; 4.4. Le grandi orchestre nere; 4.5. Futurismo da camera: i virtuosi bianchi
    • 5. L’espansione globale del jazz 
  • V. Stomping at the Savoy. Gli anni della depressione
    • 1. La danza e la musica: il lindy hop
    • 2. Nuovi attori in scena: la radio e il management
    • 3. Il mattatore Louis Armstrong
    • 4. Fats Waller, pianista
    • 5. Symphony in Black: Duke Ellington
    • 6. La fantasia al potere: Luis Russell e le Boswell Sisters
    • 7. Il panorama delle orchestre regionali
    • 8. Il Sudovest e la Kansas City di Bennie Moten
    • 9. The Scat Song. Cab Calloway
    • 10. Rhythm Is Our Business. Jimmie Lunceford
    • 11. Take It Easy. Altre orchestre nere
    • 12. Chick Webb, piccolo grande uomo
    • 13. I grandi solisti: le trombe
    • 14. I grandi solisti: i tromboni
    • 15. Coleman Hawkins e i sassofoni
    • 16. La scena europea
    • 17. Uno zingaro regnante: Django Reinhardt
  • VI. I Got Rhythm. L’era dello Swing
    • 1. Musica per una nuova generazione
    • 2. L’economia dello Swing
    • 3. Jitterbug Waltz. Il ballo e gli hipster
    • 4. Il nuovo repertorio
    • 5. New World A-Comin’. La politica dello Swing
    • 6. Questioni di diritti e d’autori
    • 7. Roll ’Em. Le Big Band
    • 7.1. Lo Swing come perfezione: Benny Goodman; 7.2. Count Basie conquista l’America; 7.3. Lo Swing regionale; 7.4. Le narrazioni cromatiche del Duca; 7.5. L’era femminile dello Swing; 7.6. From Spirituals to Swing. La coscienza storica; 7.7. Il Dixieland Revival
    • 8. Body and Soul. I grandi improvvisatori
    • 8.1. La strada che non dorme mai; 8.2. I pianisti: Art Tatum e Teddy Wilson; 8.3. Le trombe: Bunny Berigan e Roy Eldridge; 8.4. Coleman Hawkins e Lester Young; 8.5. Le voci solistiche femminili: Mildred Bailey e Billie Holiday; 8.6. Il buffone e il seduttore: Fats Waller e Nat “King” Cole
  • VII. Now’s the Time. La guerra e le nuove strade del jazz
    • 1. Charlie Christian e le jam session di Harlem
    • 2. Gli anni della Seconda guerra mondiale: i V-Disc
    • 3. La nascita del concerto jazz
    • 4. Un nuovo paradigma: i piccoli gruppi
    • 5. La rivoluzione del bebop
    • 5.1. Persistenze e discontinuità; 5.2. Maestri del bebop: Dizzy Gillespie; 5.3. Maestri del bebop: Charlie Parker
    • 6. Collaboration. La scrittura del nuovo jazz
    • 6.1. Compositori e didatti del mondo classico; 6.2. Il progressive jazz; 6.3. A Night in Tunisia. Afro-Cuban Bop; 6.4. L’orchestra di Woody Herman; 6.5. Un Ellington sperimentale
    • 7. Glass Enclosure. Altri mondi del bop
    • 7.1. Maestri del bebop: Bud Powell; 7.2. Maestri del bebop: Thelonious Monk; 7.3. Le altre vie del bop. Dalla California al vocalese
    • 8. Il quieto radicalismo del cool
    • 8.1. Una nuvola sonora: la Tuba Band; 8.2. Le visioni interiori di Lennie Tristano 
  • VIII. Western Suite. Le due anime della California
    • 1. Gerry Mulligan: contrappunto in punta di piedi
    • 2. Incident in Jazz. Stan Kenton
    • 3. Pastorale americana: Jimmy Giuffre
    • 4. Il suono californiano
    • 5. La fioritura del jazz europeo
  • IX. Blues&Roots. Tradizioni reali e inventate
    • 1. Charles Mingus e lo sperimentalismo newyorkese
    • 2. La riscossa della provincia: Clifford Brown
    • 3. Hard bop in punta di penna: Horace Silver
    • 4. L’invenzione della tradizione: il soul jazz
    • 5. Art Blakey, l’università del jazz
    • 6. Poesia beat e bohème musicale
  • X. The Real Ambassadors. La rinascita globale del jazz
    • 1. La Guerra fredda e l’espansione del jazz
    • 2. L’onda lunga del mainstream
    • 3. Such Sweet Thunder. Il ritorno delle big band
    • 4. La scoperta dell’Africa
    • 5. Musica delle Americhe: bossa nova e tango
  • XI. Pithecanthropus Erectus. Il rinnovamento del linguaggio
    • 1. Cinque per uno: Miles Davis
    • 2. Entra un grande retore: Sonny Rollins
    • 3. Oltre le categorie: John Lewis, il Modern Jazz Quartet e la Third Stream
    • 4. Scene e racconti polimorfici di Charles Mingus
  • XII. Milestones. Il circolo modale
    • 1. Una nuova teoria della musica
    • 2. Le strade di «Kind of Blue»
    • 3. Gli orizzonti di John Coltrane
    • 4. Forme del tempo: Eric Dolphy e Bill Evans
  • XIII. This Is Our Music. I movimenti degli anni Sessanta
    • 1. Una new thing: Ornette Coleman
    • 2. L’apocalisse del pianoforte: Cecil Taylor
    • 3. «We Insist! Freedom Now Suite». Politica, musica e conquiste civili
    • 4. La seconda ondata del free: Albert Ayler, Archie Shepp, Sun Ra e Bill Dixon
    • 5. Generazioni a confronto: l’evoluzione continua
    • 5.1. Oltre i confini della forma: Charles Mingus; 5.2. Una diversa libertà: il quintetto di Miles Davis; 5.3. Un’altra modalità: la scuola Blue Note; 5.4. John Coltrane: oltre il rito di «Ascension»; 5.5. Ritorno al suono. L’esperienza dell’AACM; 5.6. Conversations with Myself. Sfide in solitudine
  • XIV. Globe Unity. Il jazz dall’Europa all’Africa e ritorno
    • 1. Listen to the Silence. Lo sviluppo del jazz scandinavo e inglese
    • 2. «Astigmatic». Il jazz nell’Europa dell’Est
    • 3. Tears for Johannesburg. La diaspora sudafricana
    • 4. Eine Partie Tischtennis. Il nuovo free jazz europeo
    • 4.1. Le scuole nazionali; 4.2. Gli strumenti; 4.3. Le orchestre; 4.4. Filosofia dell’improvvisazione musicale
  • XV. I Sing the Body Electric. Metamorfosi tra rock e globalizzazione
    • 1. Inghilterra e USA. Il rock e il jazz si avvicinano
    • 2. La svolta elettrica di Miles Davis
    • 3. Ritmi dal mondo. L’India e gli apolidi del jazz
    • 4. L’eredità di Miles
    • 5. Africa
  • XVI. Mo’ better blues. Il passato ritorna
    • 1. La fioritura delle orchestre
    • 2. Tempi duri, tra i loft e l’accademia
    • 3. Tempo di revival
    • 4. Neoclassicismo e riscoperte. Dal new hard bop a Wynton Marsalis
  • XVII. Sonic Genome. Verso la contemporaneità
    • 1. L’onda lunga dell’AACM: Muhal Richard Abrams e Anthony Braxton
    • 2. L’onda lunga dell’AACM: Henry Threadgill e Wadada Leo Smith
    • 3. Ritmi e repertori: il jazz cambia passo
    • 4. Aritmie funzionali: Brooklyn e la nuova musica di Steve Coleman e Tim Berne
    • 5. L’America ebraica e la rivoluzione Downtown di John Zorn
    • 6. La chitarra dalla città alla campagna
    • 7. Changing same: la tradizione statunitense
    • 8. Un’altra idea di jazz: le innovazioni europee
  • XVIII. Electronic Sonata. Nuove improvvisazioni al computer
    • 1. Scratching the Swing
    • 2. La nuova frontiera americana
    • 3. Il jazz nel villaggio globale
    • 4. Jazz, musiche viventi

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